Incontinenza urinaria

E’ la perdita involontaria di urina dall’uretra

E’ una condizione di estremo disagio che può provocare perdita di autostima, di autonomia sociale, depressione, oltre a determinare enormi costi economici sul  sistema sanitario

Uno studio italiano ha stimato l’incontinenza urinaria presente nel 4% degli uomini dopo i 50 e addirittura del 12% nelle donne dopo i 40 anni.

Si tratta di numeri enormi che danno ragione degli alti costi legati a questa condizione

Spesso l’icontinenza non è da intendersi come vera e propria malattia, bensì come una “condizione”. Per condizione si intende un evento che ha un inizio, un decorso ed un termine: cioè una situazione di fatto non destinata a progressione.

Questa condizione può essere una conseguenza di un quadro clinico definito, per esempio è tipico riscontrare incontinenza in seguito ad un trauma del midollo, in seguito a malattie del sistema nervoso o per via del rigurgito dell’ipertrofia prostatica.

L’ incontinenza urinaria che per semplicità definiamo primitiva, può essere suddivisa in due principali categorie:

  • Incontinenza urinaria da sforzo
  • Incontinenza urinaria da urgenza.

L’incontinenza urinaria da sforzo è legata ad una insufficienza dei meccanismi di contenzione che bilanciano la pressione che l’addome esercita in occasione di colpi di tosse o sforzi.

Un esempio tipico è dato dallo starnuto o dal colpo di tosse:  si ha  un brusco aumento della pressione all’interno dell’addome e quindi anche a carico della vescica che è contenuta nell’  addome; se l’apparato di contenzione o l’apparato sfinterico, non è integro, non sarà in grado di reagire a questo stress e quindi si  verificherà una fuga d’urina. E’ un pò come se la guarnizione del rubinetto avesse perso di elasticità e non fosse più in grado di impedire la fuoriuscita di gocce d’acqua (foto.1).

incontinenza urinaria

foto.1

L’incontinenza urinaria da sforzo è una condizione tipicamente femminile.

L’incontinenza urinaria da urgenza è invece legata ad una contrazione involontaria della vescica, che non si riesce in alcun modo a controllare o inibire.

Il tipico esempio è la sensazione di urgenza minzionale ( la estrema necessità di urinare) che molti di noi abbiamo provato qualche volta al rientro in casa:  inserite le chiavi nella toppa della serratura,  le mani impegnate da sacchetti della spesa……

Il risultato, talora umiliante, è identico , ma le cause e quindi il trattamento sono differenti.

Nell’incontinenza legata da un deficit dello sfintere è necessario rafforzare il tono dello sfintere, nel secondo caso è necessario eliminare o attenuare l’iperattività della vescica.

Talora le due condizioni sono associate e quindi si parla di incontinenza urinaria mista.

TRATTAMENTO

Il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo mira a rafforzare lo sfintere; questo puo’ essere ottenuto con tecniche di riabilitazione ( fisioterapia, stimolazione elettrica) o, in caso di incontinenza più importante, mediante chirurgia.

La chirurgia dell’incontinenza urinaria mira a fornire un sostegno allo sfintere, che in occasione degli sforzi tende a scivolare e a divenire così in qualche modo meno efficiente.

Una buona chirurgia correttamente eseguita e con corretta indicazione è in grado di restituire la continenza in piu’ dell80% dei casi

La terapia dell’incontinenza urinaria da urgenza fa invece uso di farmaci che inibiscono la ipereccitabilità della vescica, senza rimuoverne le cause (terapia sintomatica)

La terapia va in genere proseguita per lungo tempo, è decisamente costosa se si fa uso di farmaci di ultima generazione.

CHIRURGIA DELL’INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO

A partire dagli anni 90 quella che prima era una chirurgia decisamente invasiva e clinicamente costosa (degenza, ampio taglio, lungo periodo di catetere), spesso povera di risultati (il 50% dei pazienti rimaneva incontinente) ha ceduto il passo a metodiche mini invasive e di maggiore efficacia.

La chirurgia oggi consiste nel posizionamento di una piccola benderella sintetica sotto l’uretra (foto.2).

foto.2

Si tratta di un intervento che può essere condotto in anestesia locale ( in Italia in genere preferiamo la anestesia locoregionale) durata di circa 20 minuti, tempi di degenza estremamente ridotti (in genere 24 ore)

Metodiche certamente piu’ invasive e tecnicamente più complicate sono oggi riservate a particolari condizioni di incontinenza